Gli errori di traduzione della Bibbia…da Mosè con le Corna alla Bibbia Malvagia

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La Bibbia è uno dei testi più tradotti e diffusi al mondo, e proprio per questo è stata al centro di celebri errori linguistici e di traduzione che hanno segnato l’immaginario collettivo. Analizzare questi errori non significa soltanto soffermarsi su refusi o sviste, ma scoprire come le parole, talvolta, abbiano condizionato arte, teologia e persino leggende popolari.

Un primo caso emblematico riguarda Mosè.

Non è noto a tutti, infatti, che nel libro dell’Esodo (34,29-35) il termine ebraico qāran indica che il volto del profeta, dopo l’incontro con Dio, emanava raggi di luce. San Girolamo però, nella Vulgata latina, tradusse questa frase con cornuta esset facies sua, cioè il suo volto era cornuto. Da qui nacque la raffigurazione di Mosè con le corna, resa celebre dalla scultura di Michelangelo nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma. Questo episodio dimostra come un’ambiguità semantica possa trasformarsi in tradizione iconografica e persino alimentare pregiudizi, come la leggenda secondo cui gli ebrei avessero corna.

Mosè con le tavole dei Dieci Comandamenti

Un altro errore passato alla storia è quello della Wicked Bible (la Bibbia Malvagia) del 1631. In questa edizione della King James Bible, stampata a Londra, i tipografi Robert Barker e Martin Lucas omisero la parola not dal Settimo Comandamento. Il testo così recitava Thou shalt commit adultery, ossia Tu commetterai adulterio.

Lo scandalo fu tale che Carlo I ordinò la distruzione quasi totale delle copie e multò severamente gli stampatori.

Rimaste pochissime copie superstiti, questa Bibbia maledetta è oggi una rarità bibliografica. Qui il potere della lingua si intreccia con la materialità del libro dove un semplice refuso diventa un caso politico, religioso e culturale.

Un terzo episodio riguarda la traduzione di Martin Lutero. Convinto sostenitore della dottrina della sola fide, egli inserì nella sua Bibbia tedesca l’avverbio allein (sola, soltanto) in Romani 3,28, traducendo la frase con l’uomo è giustificato per fede sola. Sebbene nel testo greco la parola sola non fosse presente, Lutero difese la sua scelta, spiegando che si trattava di un chiarimento necessario al messaggio teologico. Qui non si tratta di un errore casuale, bensì di una scelta intenzionale che mostra come la traduzione sia sempre anche interpretazione.

Questi tre episodi – Mosè con le corna, la Wicked Bible e la sola fede* di Lutero – mostrano come gli errori di traduzione della Bibbia, siano essi refusi tipografici o decisioni consapevoli, abbiano avuto conseguenze durature. Non sono semplici curiosità linguistiche, ma finestre sul rapporto profondo tra testo, fede e società. Ogni parola, corretta o sbagliata, ha contribuito a plasmare secoli di cultura, ricordandoci che, come già detto in altri articoli, tradurre significa interpretare, e che persino un errore può diventare storia. Un po’ come Mosè con le corna 😉

* salvezza o giustificazione per sola fede (sola fide) e non tramite le opere (di misericordia o di penitenza

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