Che cosa accade davvero al corpo di una donna in menopausa? E perché, ancora oggi, se ne parla così poco e con così tanta vergogna?
La menopausa è una fase fisiologica, non una malattia. Eppure, il modo in cui viene narrata – persino in ambito medico – la fa sembrare un problema da curare, più che un passaggio da comprendere.
Con il calo degli estrogeni e del progesterone, il corpo femminile attraversa trasformazioni visibili e invisibili: vampate di calore, secchezza vaginale, insonnia, aumento di peso, variazioni d’umore, calo della libido. Ma accanto a questi aspetti, c’è anche un’altra verità: il corpo sta cercando un nuovo equilibrio, una nuova intelligenza ormonale che va ascoltata e accompagnata, non giudicata.
La ginecologa e attivista statunitense Christiane Northrup, nel suo bestseller “La saggezza della menopausa”, afferma che questa fase è un’opportunità per rinegoziare il rapporto con il proprio corpo e riscrivere la narrazione personale. Secondo Northrup, molte delle sofferenze associate alla menopausa derivano da una cultura che non celebra il corpo femminile ma lo considera solo quando è giovane e fertile.
Anche la neuropsichiatra francese Catherine Vidal, pioniera nello studio delle differenze cerebrali di genere, ci ricorda che il cervello femminile in menopausa cambia, sì, ma non in peggio. Si riorganizza. Le connessioni neuronali si adattano a un nuovo tipo di intelligenza emotiva e decisionale. E questo cambiamento può tradursi in maggiore lucidità, autonomia e forza interiore.
Il problema non è il cambiamento, ma lo sguardo con cui lo osserviamo. Quando il corpo cambia, abbiamo due possibilità: combatterlo o abitarlo. La società ci spinge a combatterlo, a “rimediare”. Ma il coaching ci invita a fare una cosa molto più potente: ascoltare.
Insight da coach
Accogliere il corpo che cambia significa trasformare il dialogo interiore. Invece di dire “non sono più come prima”, possiamo chiederci:
- Che cosa mi sta insegnando questo corpo?
- Come posso prendermi cura di me in modo nuovo?
- Quali parti di me sto ignorando?
Accettare il cambiamento non è rassegnazione. È un atto di amore profondo.
Call to Action
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