La Diversità Linguistica in Italia: Un Patrimonio in Estinzione

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Grazie alla sua storia, l’Italia è da sempre un miscuglio di culture, tradizioni e lingue. Oltre alla lingua italiana standard, ufficiale dal 1861, esiste infatti un immenso sistema di lingue regionali e dialetti che esprimono l’identità e la storia delle diverse comunità createsi nel tempo, quando ancora l’Italia stessa era un mosaico di territori.

Tuttavia, negli ultimi anni queste lingue si stanno trovando a un importante bivio: molte di esse sono minacciate di estinzione e la loro perdita comporterebbe non solo la scomparsa di un patrimonio linguistico, ma anche di un intero mondo culturale fatto di tradizioni, storie e costumi popolari.
Da uno studio effettuato dall’UNESCO, nel mondo circa il 40% delle 7.000 lingue parlate è a rischio di estinzione e ogni due settimane una lingua scompare definitivamente.
Purtroppo, in questi dati sono incluse anche alcune lingue minoritarie del nostro Belpaese che, pur avendo una lunga tradizione, sono classificate come vulnerabili o addirittura in pericolo, poiché utilizzate come mezzo di comunicazione da una bassa percentuale di parlanti rispetto al totale della popolazione di quel dato territorio.
Per avallare questa tesi, questo fenomeno è stato documentato anche dal Guardian, che ha analizzato le lingue a rischio a livello globale, includendo quelle italiane.

Da questi studi è emerso che le lingue italiane più a rischio di estinzione sono:

  1. Siciliano
    Parlato da circa 5 milioni di persone, il siciliano è classificato come vulnerabile. Infatti, negli ultimi anni grazie ad una maggiore alfabetizzazione, il suo uso tende a limitarsi ai contesti familiari o informali, senza un’adeguata trasmissione alle nuove generazioni.
  2. Sardo
    Con circa 1 milione di parlanti e grazie al suo accento così marcato, il sardo resta una delle lingue minoritarie più note, ma è considerato definitivamente in pericolo. La globalizzazione e l’introduzione di lingue internazionali hanno reso il sardo meno rilevante per le nuove generazioni, che lo parlano sempre meno in famiglia.
  3. Friulano
    Parlato da circa 600.000 persone nel Friuli-Venezia Giulia, il friulano è classificato anch’esso come definitivamente in pericolo sebbene goda di una certa tutela legislativa che mira alla sua longevità.
  4. Lombardo
    Parlato in Lombardia e nel Piemonte orientale, il lombardo conta circa 3,5 milioni di parlanti, ma è considerato definitivamente in pericolo poiché soffre della mancanza di trasmissione generazionale, soprattutto per l’affermarsi delle lingue straniere, molto richieste al nord d’Italia.
  5. Veneto
    Con circa 2 milioni di parlanti, il veneto risulta vulnerabile. Rimane una lingua abbastanza viva, ma il suo uso sta diminuendo via via, specialmente nei contesti urbani e tra i giovani.
  6. Ladino
    Lingua storica e unica, parlata nella ristretta zona di alcune valli delle Dolomiti da solo poche decine di migliaia di parlanti, è classificata come lingua vulnerabile.

Ovviamente, il declino di queste lingue regionali è dovuto a una combinazione di fattori che ne stanno pesantemente influenzando il destino.
Innanzitutto, la globalizzazione, la modernità e la storia, hanno portato all’ascesa dell’italiano standard come lingua ufficiale, insieme alla diffusione di lingue più inclusive come l’inglese, riducendo così il ruolo dei dialetti e delle lingue regionali, comprensibili solo a una ristretta cerchia di persone. Inoltre, le generazioni più giovani tendono a preferire l’italiano o altre lingue maggioritarie per motivi pratici di comunicazione.

In secondo luogo, le migrazioni e lo spopolamento hanno condizionato enormemente, in negativo, l’uso delle lingue locali, mentre le migrazioni internazionali hanno introdotto nuove lingue che competono con quelle tradizionali.

Nonostante queste difficoltà, l’Italia ha cercato di preservare il suo patrimonio linguistico introducendo, ad esempio, la Legge 482/1999 che protegge le minoranze linguistiche storiche, promuovendo l’uso e l’insegnamento delle lingue locali nelle scuole e nei contesti ufficiali. Infine, l’utilizzo delle lingue regionali in radio e programmi televisivi rappresenta un modo efficace per mantenere viva la tradizione orale e raggiungere un pubblico più ampio.

La lingua ufficiale della nostra penisola è bellissima, ma anche mantenere i contatti con le nostre radici attraverso i dialetti è sempre un viaggio meraviglioso.
Speriamo di non perderci per strada…

Fonti:

  • UNESCO, Atlas of the World’s Languages in Danger
  • The Guardian, “Language Extinction and Endangerment”
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