La Crocifissione del Beato Angelico

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Un’opera salvata da una corsa contro il tempo

A volte, dietro un capolavoro d’arte si nasconde una storia fatta di passione, tenacia e amore per il patrimonio culturale. È il caso de La Crocifissione con la Vergine, San Giovanni Battista e Maddalena ai piedi della Croce del Beato Angelico, che da oggi troverà la sua nuova casa all’Ashmolean Museum di Oxford. Questo prezioso dipinto del 1420 non è solo una straordinaria testimonianza del primo Rinascimento italiano, ma anche il simbolo di come una comunità possa unirsi per preservare un’eredità artistica condivisa.

Dall’asta al museo: una storia travagliata

Tutto è iniziato nel luglio del 2023, quando il dipinto, comparso all’asta da Christie’s a Londra, è stato aggiudicato per 5.001.000 sterline. Un record assoluto per il Beato Angelico, ma anche l’inizio di un’odissea: il capolavoro era destinato a lasciare il Regno Unito, diretto verso una collezione privata extraeuropea.

Preoccupati che un’opera di tale importanza potesse sparire dalla vista del pubblico, il governo britannico è intervenuto con un divieto temporaneo di esportazione. Questa decisione, benché rara, ha dato all’Ashmolean Museum l’opportunità di raccogliere i fondi necessari per mantenere il dipinto nel paese. Sei mesi e una campagna di raccolta fondi più tardi, l’obiettivo è stato raggiunto: 4,48 milioni di sterline, il prezzo per un sogno culturale diventato realtà.

Il Beato Angelico, nato a Vicchio di Mugello nel 1387 e scomparso a Roma nel 1455, è un nome che risuona nell’immaginario collettivo come sinonimo di spiritualità e arte sublime. La sua Crocifissione non è solo un dipinto; è un racconto visivo di dolore, speranza e redenzione. Osservando il volto della Vergine ai piedi della croce o le lacrime di Maria Maddalena, è impossibile non sentire un legame profondo con le emozioni universali che attraversano il tempo. Ed è proprio questa umanità che ha spinto così tante persone a contribuire alla salvezza dell’opera.

Beato Angelico

La voce di una comunità

“Siamo profondamente grati a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato,” ha dichiarato il direttore dell’Ashmolean Museum. “Questa non è solo una vittoria per il nostro museo, ma per tutti coloro che credono che l’arte appartenga a tutti, ovunque essi si trovino.” Ed è proprio questo il punto: la salvezza di La Crocifissione non riguarda solo l’Inghilterra o l’Italia, ma il mondo intero. Ogni opera d’arte che resta accessibile al pubblico diventa un ponte tra passato e futuro, tra culture e generazioni. Da oggi, chiunque visiti l’Ashmolean potrà fermarsi davanti a questo capolavoro e perdersi nei suoi dettagli, sapendo che è lì grazie a una mobilitazione collettiva. Un dipinto che, ironicamente, continua a unire le persone anche se ritrae un momento di divisione e sacrificio.

La storia di questa acquisizione ci ricorda che l’arte non è mai solo un lusso o un bene per pochi: è il racconto della nostra umanità, qualcosa che vale sempre la pena proteggere. Dietro ogni grande opera d’arte c’è una storia, e dietro questa storia c’è spesso un coro di voci che lavorano insieme. La Crocifissione del Beato Angelico ora appartiene a tutti noi, ricordandoci che salvare l’arte significa anche salvare un pezzo della nostra anima collettiva.

Fonti:

  • Casa d’aste Christie’s, comunicati ufficiali relativi all’asta del luglio 2023.
  • Ministero della Cultura del Regno Unito, documentazione sui divieti temporanei di esportazione.
  • Dichiarazioni e comunicati stampa ufficiali dell’Ashmolean Museum di Oxford.
  • Articoli pubblicati su testate specializzate in arte e cultura, come The Art Newspaper e Artnet News.
  • Fonti accademiche relative al Beato Angelico e al contesto artistico del primo Rinascimento italiano.
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