Sir John Soane? Come fare della Propria Casa un’Autobiografia

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Nel 1812 un professore di architettura alla Royal Academy of Arts scriveva un racconto sul destino della sua abitazione nel centro di Londra, a causa della “minaccia” del geometra comunale di rifare la facciata. Nel racconto, ambientato in un lontano futuro, i visitatori delle sue rovine si chiedono se questa fosse la casa di un mago o di un negromante; una statua classicheggiante viene scambiata infatti per il corpo del proprietario, trasformato in marmo per aver usato “il potere della sua arte diabolica”.

Quell’uomo si chiamava John Soane ed era, probabilmente, l’architetto più originale d’Europa all’epoca.

“Tomba di Soane”

Questa casa la troverete ubicata in Lincoln’s Inn Fields, ora zona elegante della città da sempre considerata la “Londra della Legge”, data la vicinanza della Royal Courts of Justice e della omonima Inn of Court che ancora adesso associa i giuristi, e un tempo luogo di esecuzioni pubbliche durante le dinastie Tudor e Stuart.

Passò alla storia l’esecuzione di Lord Russell per alto tradimento, eseguita in modo così maldestro da richiedere più colpi d’ascia; si dice che dopo il primo maldestro colpo, Russell alzò lo sguardo e gli disse: “Cane, ti ho forse dato 10 ghinee per trattarmi in modo così disumano?”.

Echi sanguinolenti di un luogo che, geometria alla mano, è la piazza pubblica più grande d’Inghilterra. Lì vicino occhieggia anche l’Old Curiosity Shop, un raro edificio scampato al Grande Incendio del 1666: è il negozio più antico del centro di Londra e forse è lo stesso reso celebre da Charles Dickens nel suo romanzo omonimo.

Un luogo quindi pieno di storia e stranezze ma appunto per questo si sposa benissimo col nostro protagonista. Nato nel 1753, figlio di un muratore di campagna, John Soane si fece strada grazie al suo talento fino a raggiungere la vetta della carriera come rinomato architetto. Le sue idee innovative influenzarono il suo tempo e fu autore di monumentali edifici pubblici, tra cui la Banca d’Inghilterra, chiese e case signorili.

E anche un appassionato e ossessivo collezionista. Appena varcato il n.13, la casa-museo di Soane ci rivela infatti al suo interno quell’universo sorprendente e bizzarro fatto di architettura, arte e mistero.

Facciata della casa

Progettata per stupire

Ogni stanza della casa riflette la personalità complessa e affascinante del proprietario, passato anche alla storia per il suo carattere esigente, nervoso e facilmente irritabile.

Immaginate una stanza non più grande di pochi metri quadrati ma capace di contenere oltre cento dipinti. Questa è la Picture Room, un piccolo capolavoro scenografico, dove Soane utilizzò geniali pannelli mobili per esporre capolavori nascosti dietro quadri apparentemente ordinari. Con un semplice gesto, le pareti si aprono, svelando meraviglie artistiche, tra cui non mancano tele di Turner e brillano le ironiche serie di Hogarth. Troviamo anche un respiro tutto italiano con le splendide vedute veneziane del Canaletto e tele evocative di Giambattista Piranesi. Il primo di casa a Londra, il secondo conosciuto durante il suo Grand Tour in Italia, all’epoca un rito di passaggio tra l’élite britannica.

Soane disse notoriamente che le opere della sua collezione erano disposte “come studi per la mia mente”; in questi labirinti è facile intuire cosa intendesse. E infatti la scoperta continua e scendendo nel seminterrato il mistero si infittisce ed entriamo in una dimensione quasi mistica. Il tesoro più prezioso nella casa di Soane, infatti, si trova nella Cripta.

In questo spazio sotterraneo, rischiarato da lucernari e giochi di luce teatrali, domina un oggetto straordinario: il monumentale sarcofago del faraone egizio Seti I.

Venne acquistato da sir John nel 1824 da un avventuriero italiano dopo che il British Museum lo aveva rifiutato, giudicando il prezzo di 2.000 sterline troppo alto. Era l’orgoglio e la gioia di Soane e quando finalmente riuscì a portarlo a casa sua, oltre a dover scavare un buco nel retro della casa per trasportarlo, organizzò tre feste serali. Con quasi 1.000 invitati ad aiutarlo a festeggiare, illuminandolo scenograficamente (e inquietantemente) con candele, creando la prima di una serie di serate-evento che anticipavano i moderni happenings. Ancora oggi il museo organizza piccole feste private, ricreando la bizzarra atmosfera originale.

Risalendo al pian terreno altre sorprese: si trova la biblioteca-studio che sembra uscita direttamente da una villa pompeiana. Pareti rosse brillanti e soffitti decorati creano un ambiente ricco e intimo. Arredata con gusto gotico e classico insieme, lo studio racconta il genio creativo del suo proprietario: piena di modelli architettonici, libri antichi e curiosità, raccoglie una vita di esplorazioni artistiche.

La Breakfast Room, infine, con la sua piccola cupola in vetro e specchi convessi che moltiplicano lo spazio, è uno spettacolo unico, soprattutto per l’uso creativo della luce naturale. Soane amava sperimentare con lucernari, specchi e aperture strategiche per creare illusioni prospettiche che moltiplicassero la percezione dello spazio.

Questi spazi labirintici furono concepiti dall’inizio come un luogo didattico, aperto già in vita agli studenti d’architettura per ispirarli attraverso la bellezza e la meraviglia, ma con regole ben chiare: i visitatori non erano infatti ammessi da Soane in caso di “pioggia o sporco”!

Prima di morire quindi, temendo che la casa e la collezione sarebbero state sperperate dal figlio, lasciò in eredità la casa alla nazione tramite un atto privato del parlamento, a condizione che l’edificio e il suo contenuto fossero mantenuti inalterati in perpetuo. Avventurarsi nella personalità di John Soane significa lasciarsi sorprendere, esplorare e divertirsi, scoprendo come la passione di un uomo per l’arte e l’architettura possa diventare un’esperienza magica ancora oggi, dove la curiosità è premiata ad ogni passo, e dove il confine tra museo e spettacolo si assottiglia.

Red Box

“Ma non finisce qui e Soane continua a stupire anche nel presente”

La tomba di famiglia, infatti, che si erge nel cimitero di Old St Pancras, divenne la fonte di ispirazione per Giles Gilbert Scott, quando negli anni 20 del XX secolo progettò le celeberrime cabine telefoniche. Sì, proprio quelle! Anche dopo la morte ha voluto lasciare la sua impronta nel design e nella storia britannica, e con la sua ecletticità rappresenta quell’incredibile “melting pot” che è Londra.

La prossima volta che venite a Londra e vi immortalate vicino a una “red box”, ringraziate anche Sir John!

Renato Marinacci - Uk
Renato Marinacci - Uk
Renato Marinacci ama intrecciare arte, cultura e italianità. Milanese con radici pugliesi e cuore adottato da Londra, guida le persone tra i capolavori dei musei londinesi, rendendo accessibile a tutti l'Arte e trasformando ogni esperienza in un viaggio nella bellezza. Condivide inoltre questa sua passione come art tutor, aiutando studenti di italiano a scoprire la lingua attraverso i grandi maestri del passato.
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