Immaginate di trovarvi nel cuore del Rinascimento, in un’aula affollata, dove il genio di Galileo Galilei accende la curiosità e l’immaginazione degli studenti. In questo ambiente vibrante, un gesto semplice ma veramente significativo ha dato vita a un’espressione che continua a risuonare nel mondo accademico: Salire in Cattedra.
In effetti, non si tratta solo di una frase ma di un richiamo a un’epoca in cui la scienza e la filosofia si intrecciavano e dove il sapere veniva trasmesso con passione e dedizione.
Salire in Cattedra è una frase che ha origini storiche affascinanti, legate all’Ateneo Patavino, l’Università di Padova, una delle più antiche università del mondo, fondata nel lontanissimo 1222. Questo modo di dire è inoltre associato alla figura di Galileo Galilei, che insegnò fisica e matematica a Padova dal 1592 al 1610.
Secondo un’antica leggenda, la cattedra originale utilizzata da Galileo fu realizzata con materiali di recupero dagli studenti stessi, che adoravano il loro mentore.
Infatti, questo gesto non solo dimostra la loro inventiva, ma anche il loro desiderio di garantire che Galileo potesse essere visto da tutti durante le sue lezioni. A questo proposito, la cattedra era dotata di gradini, che permettevano al grande scienziato di salire (letteralmente) e quindi di avere una visibilità migliore durante la lezione.

Ancora oggi, se ci pensiamo, la frase salire in cattedra è diventata una metafora per indicare l’assunzione di un ruolo di autorità o di responsabilità, specialmente in contesti educativi. Essa implica non solo l’atto fisico di salire su una cattedra per insegnare, ma anche l’idea di condividere conoscenze e guidare gli altri.
Ma perché si dice proprio cattedra quando in realtà, in origine, le lezioni venivano impartite da un vero e proprio pulpito?
Perché questa parola deriva dal greco kathedra, che significa in effetti sedia o posto di autorità. Questo riflette l’importanza della figura del docente, visto non solo come un semplice insegnante, ma come un’autorità nel trasmettere il sapere.
E chi meglio di Galileo, considerato il padre della scienza moderna, poteva impattare in maniera importante sulla scienza e sulla filosofia grazie al suo lavoro e alle sue scoperte?
Basti pensare che le sue lezioni a Padova attirarono studenti da tutta Europa e contribuirono a diffondere le idee scientifiche del Rinascimento. La sua cattedra, quindi, non rappresenta solo un oggetto fisico, ma un simbolo della rivoluzione scientifica. Non a caso, Galileo utilizzò le sue lezioni per sfidare le convenzioni del tempo, promuovendo l’osservazione e l’esperimento come metodi validi per acquisire conoscenza.

Un’altra curiosità linguistica interessante riguarda l’uso della parola cattedra in altre lingue. In inglese, il termine chair per indicare la cattedra di un professore deriva anch’esso dall’idea di un posto di autorità. In francese, poi, si usa chaire, che ha una connotazione simile. Questo dimostra come l’idea di autorità educativa sia un concetto condiviso in molte culture e lingue.
La frase salire in cattedra continua a vivere nel linguaggio contemporaneo, evocando non solo il ricordo di Galileo e della sua cattedra, ma anche l’importanza dell’insegnamento e della trasmissione del sapere. La storia di questa espressione è un richiamo alla tradizione accademica e alla continua ricerca della verità attraverso l’educazione.
In un mondo in cui la conoscenza è sempre più accessibile, il concetto di salire in cattedra ci ricorda l’importanza della figura del docente e il valore dell’educazione formale. Le aule moderne, pur essendo molto diverse da quelle in cui insegnava Galileo, continuano a rappresentare spazi di crescita e scoperta, dove il sapere viene condiviso e costruito collettivamente. Così, salire in cattedra non è solo un atto fisico, ma un simbolo di un impegno più profondo verso l’istruzione e la formazione delle menti del futuro, un ponte tra passato e presente, che ci invita a riflettere sull’importanza dell’insegnamento e sull’eredità culturale che ci viene trasmessa.