La poesia inizia già dai colori della natura e si conclude poi presso l’Istituto Italiano di Cultura a 39 Belgrave Square, Londra, con il dibattito dedicato alla poetessa Alda Merini. La bellezza della vita raccontata in rime, che si mescolano con metriche e forme poetiche, mi riporta indietro ai tempi della scuola. Non è la prima volta che partecipo a eventi culturali di questo genere. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente lo scrittore Paolo Di Paoli, che ha già anticipato un assaggio di ciò che è la poesia. Quella studiata a scuola, quella dei grandi classici della letteratura italiana, e di come i poeti quali Pascoli, D’Annunzio, Quasimodo, Leopardi, Manzoni e lo stesso Foscolo venissero imposti con molto rigore nei programmi studenteschi.
Lo studente era spesso costretto a imparare le poesie a memoria, ed era uno stress sia per le famiglie, che sentivano le rime ripetute a casa per le interrogazioni del giorno successivo, sia per i ragazzi. Ma era bellissimo per le mamme sentirsi dire: “Posso ripetertela? Vediamo se la ricordo!” Ebbene, quelle forzature da parte degli insegnanti hanno dato frutti, e questi frutti sono stati raccolti proprio durante queste presentazioni poetiche, quando, durante l’evento, coralmente si seguiva il relatore, magari strappando qualche sorriso tra il pubblico presente. Ricordare quelle poesie ha suscitato tante emozioni, non solo ricordi.

I classici, bene o male, li conosciamo tutti, ma di certo non si studiava Alda Merini, Bukowski o Frida Kahlo, autori del Novecento. Dalle poche informazioni che ho, oggi le poesie non vengono più studiate a memoria, come ai miei tempi, ma solo in prosa mentre ai tempi quando trascriverle in prosa, dopo uno studio mnemonico, aiutava a fissarle ancora di più nella mente. Sarebbe opportuno tornare a far studiare le poesie a memoria, trasmettendo agli studenti l’importanza del messaggio che un poeta vuole comunicare. La sensibilità e l’empatia di un poeta sono fuori dal comune, in un mondo dove tutto si è ridotto a una semplice “emoji” inviata da un cellulare. Oggi le parole sono state trasformate in piccole sillabe, spezzettate e prive di profondità.
Riconvertire i giovani all’uso della scrittura e all’amore per la poesia potrebbe far rinascere i sentimenti di un tempo, aprendo le porte a una nuova era romantica, proprio ciò di cui il mondo ha bisogno. C’è fame d’amore ovunque, e la poesia è l’amore per eccellenza. La capacità di trasformare l’essere in parole, di descrivere luoghi ed eventi attraverso versi, strofe o rime, dona vita a canti dove tutto ha una logica armoniosa e un suono melodioso. Magari nascono sonetti, cantate o ballate che vengono condivise da tanti, a seconda della lunghezza dei pensieri e di ciò che si vuole esprimere. Una forma d’arte che molti oggi ignorano e non apprezzano più. E sì, perché con la poesia non si fanno soldi. Tutto ciò che è amore, spesso, ti rende povero economicamente, ma ricco spiritualmente.

Immergersi in un mondo magico come quello dei poeti è incredibile. Ti proietti in un universo fatto di emozioni e sentimenti che ritrovi riflessi nelle parole scritte da altri. Un momento bellissimo che mai avrei pensato di poter raccontare. Condividere poi questa passione con persone che hanno la tua stessa sensibilità rende il tutto ancora più affascinante e coinvolgente. Ed è proprio questo che l’Istituto Italiano di Cultura regala gratuitamente agli immigrati italiani a Londra. Noi italiani residenti all’estero possiamo vantare il privilegio di partecipare a eventi come questo in forma gratuita, con la corsa alla prenotazione perche’ questo genere di eventi vanno presto in soldout. In tutta onestà, non sapevo che esistesse questo ente. Ho sempre visto Londra come un ecomostro che sforna solo soldi e-business di ogni genere, ma mi sono ricreduta. Le istituzioni italiane hanno un peso specifico su questo territorio e lo dimostrano con la presentazione di eventi culturali periodici, tendenti a far conoscere le nostre tradizioni anche a chi a Londra è nato.
Spesso ci chiediamo se sia giusto che i bambini nati qui siano inseriti nel contesto culturale italiano e perché dovrebbero portare avanti le nostre tradizioni nel tempo. L’Istituto della Cultura fa sì che queste radici vengano mantenute, ed è bellissimo poter partecipare attivamente a queste iniziative. Parlare di una grande poetessa come Alda Merini ha suscitato in molti connazionali il desiderio di essere presenti. La poetessa dei Navigli è stata un mito per alcuni e una “matta” per altri. I suoi scritti hanno lasciato un patrimonio artistico non indifferente nella memoria collettiva, e anche la sua vita privata ha incuriosito molti. La sua vita è stata un continuo entrare e uscire dal manicomio, un luogo che le ha tolto la dignità di donna, ma non quella di poetessa. È proprio dopo i suoi ricoveri che emerge il meglio della sua arte. Tutto ciò che per lei è stato dolore, lei lo ha trasformato in poesia. Chi avrebbe mai pensato che una poetessa come lei sarebbe sbarcata a Londra? Alla poesia si aggiunge poi un altro evento culturale, la proiezione del film al cinema folle d’amore diretto da Roberto Faenza con Laura Morante trasmesso in lingua originale da rai fiction. Anche il cinema in soldout.

Un poeta riesce a insegnarci a vedere il mondo sotto prospettive diverse. Siamo abituati a considerare la vita come un disastro continuo, una corsa contro il tempo, un viaggio senza meta, ma se leggiamo una poesia e ci lasciamo trasportare dentro quelle rime, ci accorgiamo che il poeta riesce a farci vedere le cose con un’ottica diversa. Ciò che appariva buio diventa luce, ciò che era dolore si trasforma in amore, e ciò che era morte, per il poeta, diventa vita.
Questi eventi culturali permettono a tutti gli italiani di arricchirsi sempre di più, ma non di quell’arricchimento economico che domina una città come Londra, soffocata dalla parola “business”. Si tratta di un arricchimento culturale, un patrimonio da tramandare ai nostri posteri, un’eredità che solo “mamma Italia” poteva lasciarci anche in un ecomostro come Londra. Ed è proprio grazie a queste iniziative che possiamo riscoprire la bellezza della nostra cultura, mantenendo vive le radici che ci legano alla nostra terra.