Menopausa? Non è una crisi, è una soglia
Il corpo, la Cultura, il Coaching
Per secoli, le donne in menopausa erano rispettate, ascoltate, temute. In molte culture tradizionali, il termine del ciclo mestruale segnava l’inizio di una nuova fase spirituale e sociale. La donna, non più soggetta al ciclo lunare e alla fertilità, era considerata libera e potente. Custodiva la saggezza, i segreti delle erbe, i canti, i riti. Era guida e consigliera, una figura archetipica vicina alla sciamana o alla sacerdotessa.
Nelle società matrilineari, la menopausa era un momento di riconoscimento collettivo. In alcune culture native americane, la donna dopo la menopausa poteva sedere nei cerchi decisionali. In Africa e Asia, molte tradizioni tribali celebravano rituali di passaggio. Nella mitologia greca, dee come Ecate rappresentano questa fase: la saggezza oltre il tempo, la connessione col mistero.
Poi, con l’avvento del patriarcato e delle religioni monoteiste, questa fase è stata via via oscurata. La donna non più fertile perdeva valore. L’invisibilità è diventata il nuovo archetipo della menopausa. La modernità ha accentuato questo processo: la medicina ha patologizzato, il marketing ha silenziato, i media hanno ignorato.
Ma cosa succede quando una donna non è più fertile… ma è più saggia? Che possibilità si aprono, se riscopriamo questo passaggio come una soglia iniziatica, e non come una fine?
Clarissa Pinkola Estés, psicanalista junghiana, poetessa e cantastorie, è l’autrice del celebre saggio “Donne che corrono coi lupi”. In questo testo diventato un faro per milioni di donne nel mondo, Estés esplora la figura della Donna Selvaggia, l’archetipo femminile che racchiude l’istinto, l’intuito e la saggezza ancestrale. Secondo lei, ogni donna ha dentro di sé una natura selvaggia, saggia e potente che spesso viene repressa dalla cultura, dall’educazione e dal giudizio sociale.
La menopausa, in quest’ottica, non rappresenta una perdita, ma un ritorno. È il momento in cui, libere dai cicli biologici e dalle aspettative riproduttive, possiamo finalmente ascoltare quella voce interiore profonda, autentica. Estés scrive che proprio nei momenti di crisi e passaggio si risveglia la Donna Selvaggia, portandoci messaggi, sogni e intuizioni che non possono più essere ignorati.
Riscoprire questo archetipo ci permette di vivere la menopausa non come una fine, ma come una rinascita.
Insight da coach
Quando ci connettiamo con il nostro archetipo interiore, cambiamo prospettiva: non stiamo perdendo qualcosa, ci stiamo risvegliando. La menopausa può essere l’inizio del tuo ritorno alla tua vera voce.
Per iniziare questo viaggio, fermati e ascoltati. Ecco alcune domande potenti che puoi porti:
- Quali aspetti di me stessa sento pronti a emergere in questa fase della mia vita?
- Che tipo di saggezza ho accumulato negli anni e come posso metterla al servizio mio e degli altri?
- In che modo la mia voce autentica è stata silenziata finora?
- Che cosa significa per me essere potente, oggi?
- Quali giudizi su questa fase sto ancora interiorizzando, e da dove vengono?
- Se potessi scrivere il mio rito di passaggio, come sarebbe?
Queste domande non hanno risposte giuste o sbagliate, ma possono aprire uno spazio interiore nuovo: uno spazio in cui il cambiamento diventa rinascita, e il corpo diventa il luogo sacro in cui ascoltare, accogliere, trasformare.
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